Il Viaggio è proseguito, con il corpo, immerso nella fisicità di luoghi che non si sono ancora presentati su queste pagine, e nelle profonde grotte dello spirito.

In mezzo altri colori, profumi, suoni e volti che sono comparsi, hanno impresso a volte un timbro squillante, altre volte sono rimasti scie di un profumo che evapora con il passare dei cicli.

Gambe rafforzate inciampano in granelli di sabbie ancora troppo im-mobili.

Il ritmo del quotidiano arranca ancora, lo lascio scivolare addosso come un abito che deve prendere la forma del corpo a poco a poco, con l’uso.

Esercito la mia scelta di vivere in amore, ogni giorno.

Rendo gli episodi spiacevoli spunto per lezioni di crescita, e quando la marea è troppo alta, mi abbandono ad un naufragio consapevole.

Attraversare una Lunga Notte in un paese estero mi ha insegnato a scaldare quel cuore che, nella parola che lo esprime, racchiude l’etimo indoeuropeo di cosa curva: mi fa pensare ad una piccola cupola che fa nido.

Il nido dove posso raggomitolarmi e scaldarmi d’Amore.

….come quando compio il rito del fuoco della piccola stufa a legno che riscalda questa stanza che si affaccia sui volti di Berlino.

(colonna sonora: The Penguin Cafè Orchestra, Signs of Life/The snake and the Lotus)

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