Negli spazi espositivi di Palazzo Reale a Milano è stata presentata la mostra Brassaï. L’occhio di Parigi, retrospettiva dedicata al fotografo di origini ungheresi Gyula Halász, noto con il nome d’arte di Brassaï (tratto dal nome della sua città d’origine, Braşov, attualmente in Romania).
Oltre 200 scatti in bianco e nero raccontano il legame che Brassaï instaurò con Parigi, dove si trasferì nel 1924, e che divenne la sua città d’adozione e la protagonista della sua arte fotografica.

Curatore della mostra è il nipote di Brassaï , Philippe Riberyolles , che definisce il fotografo un artista a tutto tondo, un flaneur che ha fatto dell’osservazione lo strumento con il quale ha dato vita alle sue visioni.
Brassaï infatti ha avuto la capacità di mettersi in ascolto con lo sguardo, e di cogliere, nelle piccole cose del quotidiano, ciò che andava oltre le apparenze; il suo “sguardo vivo” ha saputo raccontare molto più di ciò che si può vedere a occhio nudo.
“Io non invento niente, immagino tutto. Cerco solo di rappresentare la realtà, dal momento che nulla è più surreale!”
“Tutto può essere banale, tutto può diventare meraviglioso! Che cos’è il banale se non il meraviglioso impoverito dall’abitudine?”
La mostra è stata concepita per essere “passeggiata” proprio come se ci si trovasse nella Parigi di Brassaï , nelle sue notti (il momento preferito da Brassaï ) e con i suoi personaggi, fra luci ed ombre che rispecchiano il vivere ed il creare.
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Brassaï, l’occhio di Parigi
dal 23 febbraio al giugno 2024
Palazzo Reale, Milano
