Gianfranco Jannuzzo è uno di quei rari esseri umani che si possono definire “gentiluomini”: lo dimostra fin dalla conferenza di presentazione alla stampa del suo nuovo spettacolo Fata Morgana (prodotto dalla sua Girgenti spettacoli e scritto insieme al poeta Angelo Callipo, con musiche originali di Francesco Buzzurro), a inizio della quale saluta e ringrazia con estrema gentilezza uno per uno i giornalisti presenti. Jannuzzo trasmette, in scena e fuori dal palco, autenticità, entusiasmo per la vita e delicatezza, tutte doti rare e preziose.

Le stesse qualità informano lo spettacolo, del quale è unico protagonista affabulatore insieme ad un ensemble di quattro musicisti che lo accompagnano in scena; lo spettacolo, diviso in due atti, parte da una dichiarazione d’amore per la Sicilia, terra di origine di Gianfranco Jannuzzo, per espandersi in un excursus sull’unicum rappresentato dall’”italianità” e sull’animo umano, le sue debolezze e gli aspetti che nell’esperienza del vivere ci accomunano tutti, oltre le differenze di razza e cultura.
Perché lo spettacolo è intitolato a Fata Morgana, la sorella guerriera di Re Artù, donna protettrice delle donne ( a cui Jannuzzo rende omaggio, definendole dee generatrici della vita)? Il motivo lo spiega lo stesso Jannuzzo: Fata Morgana rappresenta l’invito a continuare a sognare con determinazione, nel senso più profondo dell’investire su se stessi e sulle aspirazioni che ci rendono, appunto, più “umani”…..citando suo padre, Jannuzzo ci porge una riflessione: sognare rende più concreta la realtà. Sembrerebbe un paradosso, ma è ciò che in fondo tutti possiamo sperimentare, nel momento in cui assumiamo un’attitudine fiduciosa verso la vita che ci rende più “vivi”, più presenti al mondo e alla nostra stessa esistenza.
Nello sfondo della bellissima scenografia di Salvo Manciagli, che evoca le vestigia della Sicilia amata, Gianfranco Jannuzzo si muove con talento e disinvoltura, raccontando, cantando al pianoforte e accennando passi di danza; accanto a lui una statua di San Calò, il santo nero della sua città, Agrigento, ricorda lo spirito di accoglienza dei siciliani, figli di una terra che è stata attraversata e invasa da popoli e culture, della cui essenza ha saputo assorbire e rielaborare il meglio: la Sicilia, terra ricca di stratificazioni, diventa simbolo dell’Italia tutta, caleidoscopio di lingue, abitudini, modi di essere e di porsi.
Gianfranco Jannuzzo riesce a riconciliare anche chi può averlo perso per strada con un sentimento di affetto per il proprio luogo di origine, e con l’Italia di cui siamo figli.
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FATA MORGANA
dal 14 al 26 ottobre 2025 – Teatro Manzoni, Milano
di Gianfranco Jannuzzo e Angelo Callipo
con
Angelo Palmeri (oboe)
Chiara Buzzurro (chitarra)
Alessio La China (violoncello)
Nicola Grizzaffi (tastiere e piano)
Scene Salvo Manciagli
Musiche originali Francesco Buzzurro
Regia Gianfranco Jannuzzo
